...in vetrina: 'U Pani Ca' Meusa

Ecco a voi il famoso "Pani ca' Meusa" , non potevo mancare a questo percorso obbligato della gastronomia siciliana, cosi ho deciso di aprire una nuova rubrica dedicata ai cibi da strada e sono tanti. Non vi aspettate la ricetta, questa è solo una presentazione a titolo conoscitivo,
ma il mio consiglio, se vi trovate a Palermo è di provarli. Come ho già avuto modo di dire, la cultura di un popolo la puoi comprendere solo a tavola, tutto nasce da li, sono stati scritti libri di antropologia su questa materia. Comincio col dire che il "pani ca' meusa" (tradotto in italiano: pane con la milza) risale al lontanissimo medioevo, non c'è una certezza sul periodo preciso, mentre invece sono ben conosciuti i motivi di una tale necessità, infatti durante il periodo in cui regnava il feudalesimo la vita popolare era ben diversa da quella che viviamo oggi, intanto esistevano i proprietari terrieri, non c'era uno stato vero e proprio, il podestà era il legislatore assoluto (solitamente era un blasonato, barone nella maggior parte dei casi oppure conte se non addirittura principe), gestiva le sue proprietà compreso le famiglie che lavoravano per lui,  in cambio di cibo e alloggio . Per quanto riguarda il cibo, potevano contare spesso sul frutto della campagna che coltivavano, il pane veniva fatto in casa, mentre riguardo alla carne intesa come bovini, ovini e suini erano considerate ad uso esclusivo della famiglia del padrone, al popolo era tuttavia consentito consumare le interiora perchè non gradite dai nobili, come possiamo ben immaginare  di un animale non veniva buttato via niente. Grazie alla maestria di brave massaie vennero creati dei veri capolavori gastronomici oggi conosciuti in tutto il mondo. Bene dopo questa breve prefazione

vediamo nel dettaglio come viene cucinato e servito il pane con la milza nelle migliaia di botteghe e bancarelle palermitane: La milza e il polmone bovina viene bollita per circa 2 ore, poi viene affettata sottilissima e soffritta nello strutto (in siciliano "a saimi"), esistono due modi di servirla a proprio piacimento il primo "schetta" (in it. nubile) cioè solo con il limone, il secondo "maritata" (in it. sposata) con fetta di ricotta milza e formaggio caciocavallo a fili, tuttavia se non si vuole la ricotta si può usare lo stesso il limone altrimenti il limone con la ricotta non va messo. Quello che vedete sopra è maritata senza ricotta.





 

Commenti

  1. ma quanto mi piace!!!! appuntamento fisso quando mi avventuro fino a palermo!!
    saluti!!

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    1. Pensa che oggi l'ho fatto mangiare a due anziani coniugi del nord Italia, all'inizio un po diffidenti, alla fine hanno detto che è delizioso, ovviamente con mia grande soddisfazione....

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  2. Franco....non sai che una mia parente trentina doc ha sposato un siciliano e...ha portato su proprio questo panino!!!!Ti confesso di non averlo assaggiato ma immagino squisito!!!

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