Casteltermini - Chiesa di San Giuseppe file pubblicato per gentile concessione dell'autore |
Casteltermini divenne uno dei centri più importanti e Industrializzati della Sicilia, e mantenne questo primato per molti decenni. Negli anni successivi altre industrie infatti furono vanto di Casteltermini, come la Montedison, l'Italkali, del pastificio San Giuseppe, che esportava la pasta in tutta la Sicilia. Molto di tutto questo purtroppo oggi rimane solo un ricordo, dopo la chiusura della miniera e delle altre industrie, l'unica realtà industriale rimane la Joeplast, comunque vanto di una azienda tecnologicamente tra le più avanzate d'Europa nel settore. Chi visita Casteltermini viene subito colpito dalla bellezza delle costruzioni e dei monumenti di questa cittadina che oggi conta circa 9000 abitanti, molti dei quali negli anni del declino hanno preferito seguire un flusso migratorio oltreoceano. Nella visita dei monumenti ci soffermiamo per ammirare la maestosa piazza della Chiesa Madre costruita nella prima metà del XVII secolo, tra i suoi tesori dell'arte sono custoditi le incantevoli statue scolpite da Michele Caltagirone detto il "Quarantino" , due tele della scuola di Velasco , e due dipinti di padre Fedele Tirrito di San Biagio. Nella via Umberto, principale arteria cittadina fa da sfondo scenografico la bellissima Chiesa di San Giuseppe, orgoglio di un vero gioiello Barocco, a cui vi si accede da un ampia scalinata, in essa si possono ammirare due statue scolpite dal Bagnasco raffiguranti San Giuseppe e la Vergine.
Casteltermini - La Santa Croce file pubblicato per gentile concessione dell'autore |
A circa 3 km. dal centro si trova l'Eremo della Santa Croce, al cui interno è possibile ammirare una grande croce lignea, trovata in circostanze alquanto singolari, proprio sul territorio del Feudo di Chiuddìa, molto tempo prima che vi sorgesse Casteltermini, nello stesso posto fu eretta una chiesetta che da secoli la custodisce. La croce fatta in legno di quercia, ha un aspetto rustico a sezione quadrata formata da due tronchi uniti da tre grossi chiodi ribattuti, è alta 3,49 metri ed ha un apertura delle braccia di 2,5 metri. Per conoscerne la datazione del periodo sono stati eseguiti delle analisi presso l'istituto internazionale per le ricerche geofisiche di Pisa, tra i più famosi d'Europa, esami eseguiti con il metodo del Carbonio "C14", per iniziativa del prof. Francesco Lo Verde. Dalle analisi è emerso che il reperto risale circa al 12 d.C. con un incertezza massima di 70 anni. Si suppone che possa essere stata usata durante il periodo del martirio dei cristiani, al tempo delle persecuzioni sotto l'Imperatore Romano Decio.
La sagra del Tataratà:
Si tratta di un'antica manifestazione folkloristica che si inserisce nella festa religiosa della Santa Croce e si celebra nel mese di Maggio, periodo in cui si rinnova l'anniversario del sacro ritrovamento. La sagra si rivale di una tradizione secolare che trae le origini dalle popolazioni arabe che vissero nei casali di questo stesso territorio, e convertiti al Cristianesimo con gli abitanti di quel tempo. La manifestazione è articolata in diversi modi durante la IV settimana dello stesso mese, in cui si eseguono danze guerresche al ritmo di tamburi, sfoggiando coloratissimi costumi . Nell'occasione iniziano i festeggiamenti le 4 bande musicali appartenenti a 4 diversi ceti , Maestranza, i celibi, i borgesi e i pecorai, che rappresentano le 4 maggiori antiche corporazioni del paese, che preceduti dalle bande sfilano per le vie del paese con i loro splendidi costumi del 600. Il giorno successivo hanno luogo le varie processioni, il ceto della Maestranza con in testa il capitano di giustizia, l'alfiere e il sergente vestiti con i costumi dell'epoca sfilano con i loro cavalli, mentre la domenica racchiude il momento solenne della sagra, in cui tutti e 4 i ceti sfilano su cavalli bardati sfoggiano i loro palii e i loro stendardi. Si conclude con il gruppo folkloristico del Tataratà con i costumi arabi e le danze tradizionali, entusiasmando le migliaia di turisti che ogni anno vi accorrono per assistere a questa grande festa. La sera infine tutti quanti si recano in solenne processione fino all'eremo per riportare nella sua dimora la maestosa Croce, come vuole la tradizione da alcuni contadini che l'avevano ritrovata. L'importanza di questa manifestazione ha richiamato l'attenzione internazionale, ne è la prova la partecipazione di questo gruppo folkloristico a diversi festival, quali la sagra del mandorlo in fiore nella valle dei templi di Agrigento, la festa dell'Etna, il Columbus day, ed è stata inserita in alcuni documentari trasmessi dalla RAI .
fonte delle informazioni: sito istituzionale del Comune di Casteltermini (AG).
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